Quando si parla di tessuto copto si intende una vasta produzione tessile attribuibile all’area egiziana sia del periodo antecedente allo sviluppo del Cristianesimo sia propria della comunità cristiana copta tra IV e VII secolo circa.
Grazie alla pratica religiosa di seppellire insieme ai defunti oggetti ad essi appartenuti sono molti i frammenti copti giunti fino a noi, riconoscibili per l’uso di lino e lana e le caratteristiche colorazioni sui toni del rosso, blu, giallo, nero, marrone e talvolta viola, nonché le tematiche legate alla mitologia classica e alla cristianità con influenze date dal mondo mediorientale, come suggerito anche dal modulo disegnativo che li contraddistingue (ad rotae).
Spesso i frammenti copti di cui disponiamo venivano utilizzati per impreziosire le vesti (dalmatiche) tipiche dell’abbigliamento locale come inserti ricamati per dare ornamento e risalto alla linea delle spalle e del petto. È dunque probabile che il frammento qui analizzato avesse la stessa funzione decorativa ma è difficile stabilirlo con certezza a causa della generale decontestualizzazione in cui è stato conservato e giunto a noi. Dal punto di vista strutturale presentava ben poche problematiche grazie anche alla sua tessitura solida e compatta che non è stata particolarmente intaccata dall’azione della colla, utilizzata precedentemente per fare aderire il frammento al pannello espositivo. Per questo motivo, in seguito ad un intervento di natura prettamente conservativa, l’opera è stata poi ricollocata sul pannello, rivestito in falda ignifuga e tessuto di cotone non trattato, facendola aderire tramite piccoli punti in filato di cotone il più possibile invisibili all’occhio.